Dopo alcuni eventi eventi stagionali è finalmente arrivato Absolution, l’atteso finale di Guild Wars 2: Janthir Wilds, che dopo Repentance chiude l’arco narrativo partito lo scorso agosto e aggiunge nuovi contenuti nella quinta espansione del titolo, tra cui un Fractal. Per l’occasione ArenaNet ha invitato la redazione di MMO.it a provarlo in anteprima italiana.
Ricordiamo che questa non è una recensione, ma una raccolta di impressioni su un playtrough guidato fatto con gli sviluppatori, e che per un parere più approfondito c’è la necessità di giocare l’update in maniera più libera e approfondita.
È giusto ricordare che Janthir Wilds e la precedente Secrets of the Obscure sono espansioni più piccole rispetto alle prime tre di Guild Wars 2 e hanno inaugurato una nuova modalità di aggiornamenti che sostituiscono il vecchio sistema del Living World, introducendo contenuti precedentemente annunciati con una cadenza trimestrale. Nonostante un certo scetticismo iniziale, il nuovo metodo denota una gestione più concreta e precisa dei contenuti, anche se non mancano alcune critiche sulla quantità delle attività inserite.
Prima di andare avanti con l’anteprima vi rimandiamo alla nostra recensione di Janthir Wilds. Inoltre ringraziamo ArenaNet per l’invito e Guild Wars 2 Italia – Pessimismo & Fastidio per la collaborazione. Nell’articolo non sono presenti spoiler ma solo un paio di cenni sull’incipit dell’arco narrativo, riferimenti che non vanno considerati spoiler visto che sono già stati discussi in molti articoli e nelle dirette streaming ufficiali.
Guglielmo Tell vs Guglielmo Play
Con Repentance abbiamo esplorato la periferia di Bava Nisos apprendendo molto della feroce battaglia che 300 anni prima ha visto la vittoria dei Titani sui Mursaat. L’abbiamo fatto con calma, un approfondimento degli eventi a volte ridondante al fine della storia, la quale sfocia in Absolution, che invece ci getta in una corsa contro il tempo in maniera così repentina che non ne fa trasparire l’esigenza.
Questa fretta, questo senso di minaccia accelera l’arco narrativo in maniera poco naturale e mostra ancora di più il problema della scrittura della seconda metà dell’espansione che, al pari di Secrets of the Obscure, non ha un continuo incremento di tensione ma porta ad un rollercoaster di eventi ed emozioni discendenti che non culminano con una scarica di adrenalina data dall’ultima grande salita e la relativa discesa, ma porta semplicemente alle ultime curve, la conclusione del percorso con l’immancabile frenata di fine giro. Insomma, si parte montagna russa e si chiude brucomela.
Nonostante i dialoghi (a volte giustamente lunghi, altre volte no) i personaggi spiegano eventi di una certa rilevanza che sarebbe bello giocare, invece di leggere in una vignetta. È qui che si inserisce la metafora col famoso cognome dell’eroe elvetico: da due anni a questa parte sono stati sdoganti piani dimensionali, pianeti alieni, echi di memorie passate, realtà alternative, tanti strumenti per far giocare alle persone questi passaggi senza la necessità di mettere il personaggio di turno a fare lo spiegone. Concetto riassunto benissimo dagli sceneggiatori di Boris, che nella quarta stagione risolvono diverse scene al motto di “Non lo famo, ma lo dimo”.
Questo porta inevitabilmente ad uno schema che punta molto più sulla narrazione a scapito dei personaggi e della loro evoluzione, relegandoli spesso a meri esecutori, pedine intrappolate nello scorrere degli eventi un po’ come succede in diversi film di Nolan.
In seconda battuta questa scelta porta a un indebolimento generale del viaggio dell’eroe descritto nel saggio di Vogler: il Commander/Wayfinder ormai sceglie sempre meno le azioni da fare, c’è spesso un confronto con più parti che risolvono per lui situazioni e fugano quasi ogni dubbio, non ha reali mentori che ne portano avanti la formazione e, nonostante questo, viene sempre festeggiato come pilastro fondamentale dell’accaduto quando spesso è solo presente facendo la figura del Milord-meme: “Il mio lavoro qui è finito”, ma in realtà non ha fatto niente.
Con questo non vogliamo dire che la storia è terribile, il narrative team la porta a casa anche questa volta, ma quello che si evidenzia è la netta differenza tra il lancio delle espansioni, dove fanno molto bene, e i capitoli finali dove purtroppo si vedono conclusioni poco convincenti. È vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, ma è palese il calo narrativo avvenuto in Repentance, che non ha saputo capitalizzare la buona spinta di Godspawn e ha spostato tutta l’attenzione dai Titani ai Mursaat fino al solito Mabone, personaggio che partiva male già in Secrets of the Obscure.
Certo non è semplice scrivere una storia complessa, avvincente e che allo stesso tempo deve concludersi in un anno, ma rimane un vero peccato vedere un team capace che manca ancora un buon finale. È innegabile il valore delle informazioni e curiosità che arricchiscono un passato visto solo in Guild Wars Prophecies e che coinvolge maggiormente i veterani, ma non basta ritirare fuori dal cilindro luoghi e personaggi altisonanti per risolvere tutto. Insomma Guglielmo Tell 1 – Guglielmo Play 0.
Souvenir da R’lyeh
Anche questa volta è il reparto artistico ad aggiudicarsi la corona d’alloro per Absolution, che aggiunge il cuore pulsante di Bava Nisos, una mappa piccola ma dal design ben riuscito che avvolge i giocatori con le sue architetture vive e surreali che richiamano la lovecraftiana R’lye. Presto il giocatore più attento sentirà un senso di smarrimento e follia che aggiunge al panorama delle sfumature alla Cronenberg.
Sembrava impossibile ma nemmeno la meravigliosa città dei Mursaat ha resistito al logorio del tempo, ma del resto come ci dice il dottor Frost “Niente che sia d’oro dura”. In un tripudio di altezze, detriti e membrane, la mappa è sede di un meta che si snoda nel più classico schema delle tre lane in cui altrettanti gruppi di giocatori dovranno portare avanti le operazioni di “contenimento” del nemico tra diversi eventi, un nutrito numero di nemici e boss, fino alla battaglia finale.
Lo svolgimento non brilla per originalità ma è un meta che al netto del provato sembra solido, ben studiato e con l’intenzione di tenere occupata la popolazione giocante per un bel po’ tra il farming per ottenere il maggior numero di ricompense e i diversi achievement di mappa da completare.
Purtroppo non abbiamo potuto avanzare più di tanto durante la prova con gli sviluppatori di ArenaNet e i colleghi della stampa per l’ovvia mancanza di numeri, ma possiamo dire che, anche se non tocca i fasti raggiunti dai meta di Heart of Thorns, rimane un contenuto più che soddisfacente e che non ha una durata proibitiva.
Come ormai da anni l’esplorazione della mappa è legata all’utilizzo delle mount e di alcune mastery introdotte dall’espansione, ma i numeri esigui di punti di interesse, viste e waypoint permettono di completarla velocemente anche partecipando solo ad un meta di Bava Nisos.
Legate alla mappa e le sue attività troviamo poi diverse ricompense come le sei nuove relic, molto interessanti per il comparto theorycrafting delle build, e il set di armi Lightborne: divisi in due tier, il primo comprende un set raro lootabile durante gli eventi di mappa, mentre il secondo è un avanzamento del precedente tramite crafting che le porterà alla loro forma di classe esotica e con un nuovo profilo luminoso.
Le sorprese non finiscono qui, visto che come ad ogni update c’è un refresh completo degli item del Wizard Vault che questa volta vede l’arrivo di una nuova skin per il Roller Beetle, skin per il mantello e il set armatura Ward Knight, il set di armi Stone-Growth.
Trova spazio anche un nuovo tonico che vi permette di trasformarvi nella Bog Queen, così da poter combattere ed esplorare Tyria nelle fattezze della signora delle paludi.
Una menzione speciale va fatta per il nuovo back leggendario Orrax Manifested, che oltre ad essere un pezzo di equipaggiamento fa anche da glider con la possibilità di essere colorato a piacimento. La sua particolare forma e la sua storia verrà spiegata al giocatore attraverso diversi rimandi legati alla collection che serve per ottenerlo.
Kin”G”fall
Con Absolution arriva anche Kinfall, un nuovo fractal che, come spesso succede, ci porta indietro nel tempo per capire cosa ha portato a determinati eventi storici di Tyria. Questa volta oltrepassando il portale del laboratorio di Dessa prenderemo le sembianze di alcuni Lowland Kodan che stanno scappando dall’invasione degli Icebrood e dall’antico vizio dell’elder dragon Jormag di sussurrare alle menti di chiunque capiti a tiro.
Quello che diventa subito evidente è un lavoro meticoloso per dare ai player un fractal “vecchia scuola”: c’è un bilanciamento quasi perfetto tra gruppi di nemici, parti esplorative con qualche sezione di salto e una durata che anche nei tier più alti non va mai oltre i 10 -15 minuti. Un deciso passo avanti per i fractal, che negli ultimi tempi hanno visto esperimenti più o meno riusciti che avevano velleità da contenuti da 10 persone. Esempi lampanti sono Sunqua Peak, che per quanto bello è un contenuto raid-like, Silent Surf, che ha un boss finale da raid preceduto da una parte esplorativa abbastanza frustrante, e il recente Lonely Tower, che di fatto è una Strike Mission con un paio di boss e di corridoi in più.
Questa volta fortunatamente la community è stata ascoltata, l’obiettivo è più che centrato e riporta i giocatori alla vera essenza dei fractal: uno degli elementi che sottolinea questa affermazione è il clima che ha permeato lo svolgimento, con gli sviluppatori e i colleghi intenti a fare battute e scherzare durante tutto il percorso, anche durante gli scontri più duri, e che dopo un boss mediamente difficile ha restituito un senso di soddisfazione e un divertimento così genuino che ha fatto venir voglia al gruppo di farne altri. Questo sono i fractal. Questo è “Play, don’t tell”. Gran bel colpo ArenaNet, lunga vita a Kinfall.
Tra varie ed eventuali…
È opportuno segnalare che tra gli altri contenuti che completano Janthir Wilds troviamo anche Ura, un boss che verrà aggiunto alla modalità Convergence e che avrà meccaniche diverse rispetto alla versione presente nel raid di Mount Balrior.
Parlando di boss segnaliamo poi che il 24 giugno, oltre ad una corposa balance patch, arriverà anche la versione challenge del fractal Kinfall, che darà un nuovo grado di sfida alle tante persone che frequentano assiduamente le Nebbie.
La quinta espansione di Guild Wars 2 riceverà anche diverse quality-of-life, istanze della community che sono state raccolte dallo studio di Bellevue e che sperano di migliorare diversi aspetti del gioco introdotti negli anni scorsi. Tra queste c’è l’innalzamento del limite massimo di elementi dell’Homestead, che da 1000 salirà a ben 2000 elementi, cosa che libererà nuovamente la fantasia degli appassionati fruitori dell’housing del titolo.
Oltre a questo ci sarà l’arrivo di alcuni item che faranno risparmiare almeno 30 slot inventario: si tratta del Wizard’s Portal Tome, che racchiuderà in sé tutti gli oggetti per il teletrasporto nella varie mappe del Living World e non solo. Verrà liberato altro spazio nell’inventario grazie al fatto che le rift essence andranno direttamente nel wallet. Infine, per ovviare alla carenza di reasearch note verrà introdotta una nuova ricetta che risolverà il problema. Davvero un’ottima aggiunta.
Conclusioni
Absolution è la conclusione claudicante di Janthir Wilds, un’espansione che era partita molto bene e con ottime intenzioni, ma che non è riuscita a darci un finale entusiasmante. Ancora una volta. Un’espansione più che sufficiente, ma che non spinge abbastanza sulle sue potenzialità, soprattutto se si pensa alla durata dell’arco narrativo annuale con update ogni tre mesi.
Sia chiaro, non stiamo chiedendo più update, ma almeno un cliffhanger, un colpo di scena, qualcosa che tenga occupate le meningi della community oltre alle attività di mappa o i meta (che comunque assolvono degnamente al loro scopo).
Dopo Secrets of the Obscure, che andava a scomodare pianeti alieni e finiva a tarallucci e vino, ci troviamo nuovamente ad una festa con un ricco buffet, dopo aver scomodato Mursaat e diversi eventi del primo Guild Wars. È ammirevole il voler collegare tutti gli eventi di un glorioso franchise, ma farlo in questa maniera a volte denota uno stanco approfondimento che probabilmente tocca solo una parte dei veterani.
È comprensibile che questo sia un elemento fondativo delle espansioni, d’altronde lo hanno detto anche i director di ArenaNet nell’ultima intervista realizzata dai colleghi di MMORPG.com:
Le espansioni non sono un ottimo mezzo per ampliare il bacino di utenza. Quelle sono destinate ai fan più accaniti. Le stiamo sviluppando per i fan che già giocano.
Potrebbe esserci un certo numero di persone che vengono a conoscenza del gioco grazie all’annuncio dell’espansione, ma in realtà è un pessimo punto di partenza per i giocatori che vogliono iniziare.
Ecco. Se questo è il pensiero che ci sta dietro, e con cui siamo d’accordo, c’è bisogno di fare uno sforzo in più visto che le persone fidelizzate al titolo lo navigano da anni e hanno bisogno di qualcosa che rilanci maggiormente l’entusiasmo invece di trovarsi a svolgere un “compitino” annuale.
Nonostante questo aspetto non va dimenticato che le mappe sono stupende, i meta e gli eventi sono validi e soprattutto le feature sembrano quelle che vendono il prodotto (e lo fanno molto bene visti i bilanci positivi).
Non siamo qui a lamentarci: il nostro intento è quello di spronare ArenaNet a migliorare alcuni aspetti degli update, visto che è chiara la sua grande capacità di creare contenuti di pregio, capacità che però non riesce ad avere la continuità che servirebbee.
Insomma Absolution non mette la ciliegina sulla torta di Janthir Wilds, ma nella sua totalità la quinta espansione di Guild Wars 2 rimane un buon prodotto. L’augurio è che ArenaNet capisca dove fare meglio anche per lanciare la nuova, sesta espansione che verrà presentata a luglio e che uscirà il prossimo ottobre.
Voi cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra opinione sul nuovo update di Guild Wars 2.

Gamer Bucolico, Farmatore seriale, fin da bambino si prende una tremenda cotta per il mondo dei videogiochi. Approda su Guild Wars 2 dove, da anni, spaccia materiali T6 e pessime idee. Quando non sta su Tyria si abbuffa di serie TV o cerca di tornare giovane giocando a Magic. Coltiva Fastidio e false speranze mentre cerca di prendere un 18 all’esame di Morale Jedi.
ok ci sta ma in poche ore ho esaurito tutti i contenuti, mastery point e storiella finita, molto bello il meta della mappa, magia finita in 3 orette circa di gioco, GW2 resta il mio preferito ma il tempo dice che forse c’è biogno che annuncino il 3 seriamente, o un qualcosa che stravolga questo gioco, che ne so un update grafico magari, mi pare che le ultime espansioncine in miniatura non mi stiano appagado come succedeva prima. ripeto gioco superbo sempre. ma qualcosa di più me lo aspettavo. erano più i dialoghi che il gioco effettivo anche questa volta. intanto mi do al wvw e al pvp e via. eddai ditemi quando esce il terzo, fatemi felice lasciate stare AION e compagnia bella, sprecate tempo, la vostra gallina dalle uova d’oro è solo e soltanto GW3.