A ridosso del Beta Weekend su larga scala, che si terrà dal 9 al 12 maggio, Funcom fa chiarezza su come funziona davvero il mondo condiviso di Dune: Awakening, il nuovo MMO survival sandbox open world.
Di come funzioni realmente il multiplayer ed il mondo condiviso, e di quale sia l’effettiva struttura dei server del gioco, si è infatti parlato e speculato tanto, dal momento che Dune: Awakening prometteva di rivoluzionare il genere dei survival portandoci dentro lo spirito di un vero MMO, con server enormi e persistenti.
Funcom in questo comunicato ha però immediatamente messo le mani avanti, dicendo di voler rinunciare alla dicitura MMO “per evitare fraintendimenti”. Tuttavia, Dune Awakening integra molti elementi tipici di quel genere: mondi persistenti, interazione con centinaia di altri giocatori, commercio globale, PvP e sistemi sociali articolati.
Il cuore dell’esperienza resta survival: i giocatori devono affrontare le condizioni estreme di Arrakis – idratazione, caldo, tempeste di sabbia, radiazioni – e raccogliere risorse per costruire rifugi, veicoli, armi e fortezze.
Si tratta qui di una formula sandbox senza limiti di livello, che non pone limiti alle possibilità date ai giocatori: si potrà, per esempio, ottenere da amici o con fortuna l’equipaggiamento più potente dopo cinque minuti di gioco, e provare ad avventurarsi nell’Alto Deserto fin da subito, rischiando tutto senza né vincoli di meccaniche né vincoli temporali.
Ora, al netto della formula survival sandbox, l’unicità di Dune Awakening è più che altro legata alla struttura del mondo di gioco, organizzata su più livelli e pensata per unire l’intimità dei survival a piccoli gruppi con la portata epica dei giochi massivi online.
Sostanzialmente ogni giocatore sceglie un server, che corrisponde a un’istanza del Bacino di Hagga: un’enorme area open world, condivisa con centinaia di giocatori (fino a 40 connessi simultaneamente). Qui si sopravvive, si costruisce e si combatte. È il punto di partenza, ed è persistente: la base resta anche quando i giocatori sloggano e sono offline.
È inoltre possibile visitare altri server/Bacini dello stesso mondo per collaborare con amici o membri della propria gilda, anche se non si potrà rivendicare terreno su server diversi dal proprio. Quest’ultima considerazione lascia molti dubbi: in che senso non si potrà rivendicare terreno su server diversi dal proprio? E in che modo il “proprio server” viene selezionato?
Tutto lascia presumere che ogni giocatore verrà casualmente assegnato, nel momento della creazione del personaggio, ad un’istanza del Bacino di Hagga. Solo in questa istanza egli potrà costruire la propria base e appropriarsi di terreno. Ma, non potendo questi decidere in quale istanza finire, sarà inevitabilmente slegato dai propri amici, che potrà appunto “solo visitare”, ma non, a quanto pare, collaborare nell’edificazione di strutture. Una strana formula, per un survival sandbox.
Il Bacino di Hagga è comunque un’area orientata al PvE, con aree limitate dedicate al PvP. Figurano poi Arrakeen e il Villaggio di Harko, hub condivisi dove i giocatori di tutti i server di un mondo possono incontrarsi. Qui non si può combattere o costruire, ma si può commerciare nella Borsa globale, parlare con NPC, accettare contratti, fondare gilde e comunicare tramite chat e voce di prossimità. Come prima, se un hub si riempie viene generata una nuova istanza.
Infine, l’Alto Deserto è il fulcro delle attività PvP. Si tratta di una mappa vastissima, ben più vasta del Bacino di Hagga, composta da zone interconnesse senza caricamenti. I giocatori competono per risorse, punti di controllo e le preziose esplosioni di Spezia. Periodicamente, una tempesta di Coriolis rimescola le carte, cambiando la posizione degli elementi chiave.
L’Alto Deserto è condiviso tra tutti i server di un mondo e ospita centinaia di giocatori contemporaneamente, distribuiti in modo da evitare concentrazioni eccessive.
Attraverso la mappa globale, i giocatori possono pilotare un ornitottero tra le diverse regioni – dal proprio Bacino agli hub o all’Alto Deserto. Il volo consuma carburante e acqua, e gli sviluppatori dichiarano che “gli altri giocatori in volo saranno visibili in tempo reale”.
Ma anche qui è legittimo nutrire dei dubbi: non è chiaro fino a che punto saranno visibili gli altri giocatori. Essendo tutti i Bacini istanziati, così come gli hub, al massimo si vedrà il giocatore a bordo del proprio ornitottero atterrare nella nuova area, o al massimo svolgere lì la parte finale del viaggio, ma non certo sfrecciare di bacino in bacino, dal momento, appunto, che queste sono mappe istanziate.
Un singolo mondo di gioco (una sorta di mega-server) è composto da almeno 20 server (appunto, i Bacini di Hagga). Questo sistema a strati consente un’espansione fluida: invece di forzare i giocatori a ricominciare su nuovi server, Funcom può semplicemente aggiungere nuove istanze dalla mappa globale, mantenendo progressi e basi già costruite.
Dune: Awakening non include una modalità offline o single player ma, viene detto, è comunque fruibile da soli: le meccaniche permettono uno stile di gioco solitario, anche in ambienti multigiocatore.
I server privati non saranno disponibili al lancio, ma arriveranno con un aggiornamento futuro. L’idea è integrarli in gruppi di server privati condivisi, con accesso esclusivo per amici o comunità ristrette, mantenendo però l’accesso all’Alto Deserto e agli hub. Inutile dire che sdoganare server privati, peggio ancora se condivisi, renderebbe completamente vano tutto l’eventuale progresso tecnologico fatto per portare una struttura simil-MMO in un survival.
Insomma: nonostante qualche punto di interesse e la speranza di una vera e propria rivoluzione nell’ambito survival-MMO, sembra che le idee siano ancora piuttosto confuse a così poco tempo dal lancio. Forse la novità tecnologica a cui non siamo abituati, forse la scarsa capacità comunicativa di Funcom (che fanno marcia avanti e indietro sul termine MMO e non sanno neppure loro in che modo definire questo genere di gioco), lasciano ancora numerosi dubbi sull’efficacia del sistema di Dune Awakening. L’unico modo per capirlo in fondo sarà provarlo, o all’uscita, o già dal 9 al 12 maggio con la Beta su larga scala.
Sleepers, we’d like to take a moment to answer some of the most common questions regarding Dune: Awakening’s server structure and large-scale multiplayer mechanics.
We hope this provides further clarity on how Dune: Awakening functions and what sets it apart from other survival… pic.twitter.com/qqtV24ySRo
— Dune: Awakening (@DuneAwakening) May 6, 2025
Ricordiamo che, dopo un primo rinvio, Dune: Awakening uscirà ufficialmente il prossimo 10 giugno su PC via Steam in tre diverse edizioni: la Standard Edition da 49,99€, la Deluxe Edition da 69,99€ (che includerà anche il Season Pass con quattro DLC e cinque giorni di accesso anticipato che permetteranno di iniziare a giocare dal 5 giugno) e infine la Ultimate Edition da 89,99€, che conterrà la colonna sonora digitale, diversi bonus e skin esclusive.
Joel Bylos di Funcom ha sottolineato che Dune: Awakening verrà pubblicato direttamente nella sua versione completa, senza fasi di early access. Inoltre non sarà presente alcun tipo di abbonamento: il gioco sarà buy-to-play e continuerà a essere supportato con aggiornamenti gratuiti, nuovi contenuti e funzionalità. Successivamente arriverà anche su PlayStation 5 e Xbox Series X/S, in una data ancora da annunciare. Il prodotto sarà tradotto in italiano nell’interfaccia e nei sottotitoli.
La storia di Dune: Awakening non seguirà quella dei libri di Frank Herbert: si tratta infatti di una storyline alternativa in cui Paul Atreides non è mai nato, gli Atreides e gli Harkonnen sono in guerra e i Fremen scomparsi. L’assenza di Paul crea un vuoto di potere che porta inevitabilmente a nuove guerre per il controllo di Arrakis.
Se volete potete scaricare gratuitamente da Steam le modalità Creatore di Personaggi e Benchmark, che vi permettono di creare in anticipo il personaggio e testare il vostro hardware in vista del lancio. Infine, se siete interessati potete entrare nel gruppo Facebook di Dune Awakening Italia.

Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Ragazzi, diamogli il beneficio del dubbio: aspettiamo e vediamo. Io sto provando la beta e, anche se non sono esperto di questo tipo di giochi, per ora mi sta piacendo. Dai dai dai, vediamo un po’! :-)
Io continuo a pensare che sia un gioco molto interessante, mi piace il fatto di giocare da solo, ma comunque di poter condividere il Server (e gli spazi di gioco), con altri utenti.
Un po quello che succede con WoW, un mmorpg con un’occhio di riguardo anche al singolo…
Piaccia o non piaccia, è l’orientamento che stanno prendendo un pò tutti gli MMO, direi quasi uno standard ormai.
Il tempo delle grandi Gilde e dei giochi riservati ai grandi gruppi, è al tramonto, e non è necessariamente una brutta cosa.
🤔
Ciao ragazzi sono da mesi che lo dico dato che l’ho provato in closed beta, il gioco non è nulla di rivoluzionario, è il solito survival con la skin di “Dune”..
tra l’altro bisogna seguire le missioni della storia per progredire, non mi sembra un vero proprio “sandbox”
Visto che sei un esperto, in quale survival puoi combattere con 100 persone nella stessa mappa?
c’è scritto giusto nell’articolo che ogni “server” o “zona” o come preferiscono chiamarla tanto per rendere più difficile capire, tiene al massimo 40 giocatori connessi in contemporanea…come un qualsiasi survival…
Puoi visitare altri “server” certo, ma la popolazione massiam sarà Comunque di 40 giocatori in contemporanea.
Dai Bardo per favore, lo sto vedendo in streaming, è Conan moddato, su per piacere, ci ho giocato anni a quel titolo, riconosco i movimenti, riconosco le piante che si illuminano quando ti avvicini per prenderle, riconosco pure il deserto è praticamente quello, si con qualche aggiustatina, qualche effettuccio in UE5 ma è Conan Moddato su, combat osceno, sia melee che shooting è roba di 10 anni fa minimo, boh pensavo fosse migliorato da 1 anno a questa parte ma è pure peggio, caricamenti di texture a iosa, rallentamenti assurdi, movimenti scivolosi che pare galleggi nel terreno, è conan dai c’è poco da dire e poco da fare, sembra fatto da un modder che ha voluto riproporre il mondo di DUNE su Conan, altro che 49 euro, dovrebbero metterlo a 19 come DLC di Conan ma chi glieli dà ma giocateci voi, a sto punto torno davvero su Conan Exile, almeno il combat lì lo hanno rifatto, buggato o no ha un’altro feeling, ma vedere l’animazione del pugnaletto che trapassa lo scudo…no proprio no.
E’ una mod di conan exiles venduta come prodotto nuovo e “innovativo”
Ah poi il combat è davvero abbozzato..
A riprova di quanto scritto cito da steam
”
It’s important to note that you can visit other Hagga Basin servers! You can do everything on the server you visit, except claim land. So, you can fight, progress, socialize, and even build on your friend’s or guild’s claimed land.”
Non so se abbiamo scritto cose diverse su X, non uso la piattaforma del nazista.
Grazie per il chiarimento!
Avete capito male.
Un giocatore puo’ collaborare a costruire la struttura di qualcuno in un altra istanza di Hagga se questi gli da i permessi.
Non puo’ pero reclamare un terreno in un Hagga che non sia il suo.
Io continuo a leggere tra le righe “confusione”…boh io ancora non ho capito che cavolo sarà sto DUNE, se uno mi chiede cosa è Conan Exile è facile rispondergli, se uno mi chiede cosa è DUNE ISTANKENING non saprei cosa dirgli, boh io la vedo nera e non vorrei portare sfiga, ma qua non si mette bene secondo me, ma lo si vede dal loro modo di lavorare nel loro altro titolo di punta, dove non riescono a risolvere una beneamata cippa di bug, e anzi peggiorano ad ogni update anche le cose che prima funzionavano bene (poche ma c’erano) e questo non mi dà fiducia, e quando dico datemi almeno il beneficio del dubbio quando dico che non mi fido, poi arrivano ste belle notizie e peggio ancora non mi fido ancora di più.