Vi sarà forse capitato di tornare da adulti in un posto che frequentavate da bambini e di esser rimasti affascinati da come ora sembri tutto in scala ridotta rispetto a come ve lo ricordavate. Il cambio di prospettiva su un qualcosa di conosciuto, soprattutto nel contesto delle proporzioni, è sempre stato qualcosa di magico per me: quando, nel lontano 2000, giocavo al primo Unreal Tournament, le mie mappe non competitive preferite erano le cosiddette “giant maps”, ovvero delle riproduzioni di camere da letto, soggiorni e bagni in cui i giocatori erano minuscoli e la gravità era molto debole, permettendo di saltare sui mobili e cecchinare gli scarsi che correvano come formiche sul tappeto. E laddove…
Grounded: il survival della nostalgia targato Obsidian – Anteprima
