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THE MINIMALIST – ALLA RICERCA DELL’EPICITA’ PERDUTA

THE MINIMALIST – ALLA RICERCA DELL’EPICITA’ PERDUTA

Mi ricordo la prima volta che affrontai un dungeon in Lord of the Rings Online. Emozione: un’immersione d’epicità decisamente importante. E così la prima volta che affrontai Azeroth senza quest helper, ma giusto per sottolinearlo, perché quello che si respirava era la sensazione di un qualcosa che ti rendeva protagonista “dall’interno”. Ed anche essere un barbaro in Age of Conan fu mitico, cavalcare da cimmeri quelle nevi solcate dal sangue dei nemici (un po’ Manowar come descrizione, ma ci sta).

Ora invece i MMORPG paiono essere colpiti dalla sindrome della piattezza del copione, come se fossero stati contaminati dallo sciopero degli sceneggiatori che colpì Hollywood qualche anno fa. Tecnicamente niente da eccepire, a livello di gameplay spesso anche innovativi, sandbox o themepark che siano, ma il problema appare essere il coinvolgimento epico che producono sui nostri neuroni. Mi direte, i giochi citati in precedenza sfruttavano delle licenze conclamate. È vero, ma anche queste sono pur sempre frutto di ingegno umano e quindi, come per World of Warcraft, si possono tranquillamente partorire.

Quel che vi chiedo è: vi sembra che una certa pigrizia narrativa abbia colpito i “costruttori di mondi” all’interno dei team di sviluppo degli MMO attuali?

 

epicità

 

 

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