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Il CEO di Take-Two, publisher di GTA 6, ritiene che i prezzi dei videogiochi siano “molto, molto bassi” rispetto a ciò che offrono

Il CEO di Take-Two, publisher di GTA 6, ritiene che i prezzi dei videogiochi siano “molto, molto bassi” rispetto a ciò che offrono

Durante una chiamata agli investitori la scorsa settimana, il CEO di Take-Two, Strauss Zelnick, ha condiviso alcune riflessioni sul sempre controverso argomento dei prezzi dei videogiochi.

Zelnick (compenso di $42,1 milioni nell’anno fiscale 2023), con una certa circospezione, ha avvertito gli investitori di evitare “generalizzazioni” basate sulle fluttuazioni dei prezzi nei servizi di abbonamento televisivi e cinematografici, come evidenziato dalla crescita dei costi di Netflix per coprire le spese. Ha poi sottolineato che i videogiochi, pur abbracciando sempre più i modelli di abbonamento, non seguono necessariamente la stessa logica commerciale dei tradizionali media non interattivi.

Nel tentativo di rendere più chiaro il complesso algoritmo di calcolo dei prezzi adottato da Take-Two, Zelnick ha introdotto una formulazione che potrebbe risultare di non immediata comprensione, sottolineando la complessità dietro la determinazione del costo intrattenimento: “In termini di prezzi per qualsiasi proprietà di intrattenimento, fondamentalmente l’algoritmo è il valore dell’utilizzo dell’intrattenimento previsto, ovvero il valore per ora moltiplicato per il numero di ore previste, più il valore terminale percepito dal cliente in caso di possesso, se il titolo è di proprietà anziché affittato o sottoscritto.”

In sostanza l’equazione mira a quantificare il valore per ora, moltiplicato per le ore previste, aggiungendo un valore terminale percepito nel caso di possesso anziché noleggio o abbonamento.

“Vedrete che questo si riflette in ogni forma di veicolazione d’intrattenimento”, ha proseguito Zelnick. “In base a questo standard, i nostri prezzi sono ancora molto, molto bassi, perché offriamo molte ore di coinvolgimento e il valore del coinvolgimento è molto alto.”

“Vogliamo assicurarci che la nostra esperienza sia di prim’ordine, e la natura dell’esperienza non riguarda solo la qualità di ciò che offriamo, ma anche ciò per cui paghi”, ha continuato Zelnick. “Tutti conoscono questo aneddoto. È così che la vediamo. Ci sono stati pochissimi aumenti di prezzo nel settore. L’aumento di prezzo, ad esempio, a 70 dollari per alcuni prodotti di punta [nel 2022 NdR], è stato il primo aumento di prezzo dopo molti anni e molte generazioni. Quindi credo che stiamo offrendo ai consumatori un valore eccezionale.”

Dobbiamo però precisare che il recente passaggio a 70$ è in qualche modo il massimo che le compagnie possono sperare di ottenere. Inoltre non dimentichiamo che questo limite di $70 (precedentemente $60), è la ragione per cui molti giochi hanno adottato forme diverse di monetizzazione post-lancio.

La prospettiva di Zelnick, sebbene non isolata nel panorama dirigenziale, si distingue per la sua calma apparente, possibilmente attribuibile al ruolo guida nell’azienda produttrice di Grand Theft Auto. In un contesto più ampio, a settembre, il presidente di Capcom, Harushiro Tsujimoto, ha tenuto un discorso al Tokyo Game Show, sostenendo che i prezzi dei videogiochi sono “troppo bassi” considerando che i costi di sviluppo ora sarebbero “100 volte” più alti rispetto all’era del Famicon.

Basandoci sulle dichiarazione di Zelnick non possiamo che prendere atto della filosofia aziendale di Take-Two che pare si concentri sulla creazione di esperienze di gioco uniche, ponendo l’attenzione sull’elevazione costante della qualità dell’esperienza videoludica.

Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, soprattutto in un momento in cui il fermento dovuto all’attesa del reveal di GTA 6 è più grande che mai.

 

Fonte 1, Fonte 2

 

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