Le polemiche sulla monetizzazione aggressiva di Diablo Immortal si rincorrono sin dal suo lancio, a giugno. Arrivare al massimo livello di potere possibile con un personaggio può costare fino a centinaia di migliaia di dollari a causa del sistema di loot delle gemme leggendarie. Tuttavia oggi Mike Ybarra, CEO di Blizzard da agosto 2021, ha difeso le microtransazioni del gioco.

In un’intervista al Los Angeles Times, Ybarra sostiene che queste siano state implementate in modo da rendere il titolo più accessibile e le ha difese sostenendo che entrano in gioco solo nell’endgame:

Quando pensiamo alla monetizzazione, al livello più alto era: ‘Come possiamo offrire un’esperienza Diablo gratuita a centinaia di milioni di persone, dove possono letteralmente fare il 99,5% di tutto nel gioco?’

La monetizzazione arriva alla fine del gioco. La filosofia è sempre stata quella di guidare con un gameplay eccezionale e assicurarsi che centinaia di milioni di persone possano affrontare l’intera campagna senza alcun costo.

In un’email successiva all’intervista, un portavoce di Blizzard ha sottolineato che la stragrande maggioranza dei giocatori non sta spendendo soldi, sebbene la società abbia rifiutato di offrire statistiche specifiche. Ybarra afferma che Blizzard è ben consapevole delle lamentele, ma difenderà il titolo citando la sua valutazione elevata e le oltre 110.000 recensioni degli utenti sull’App Store di Apple, anche se il Metascore degli utenti rimane sempre incredibilmente basso, allo 0.3. Inoltre, la società afferma di aver raccolto dati che indicano come circa il 50% dei giocatori siano nuovi nell’ecosistema Blizzard.

Nel frattempo, il sito Maxroll e vari streamer hanno deciso di allontanarsi dal gioco, mentre alcuni paesi, come Belgio e Olanda, ne hanno vietato la pubblicazione proprio a causa delle loot box. In Cina invece Diablo Immortal è stato rimandato, per motivi non ancora rivelati.

Voi lo state continuando? Avete già speso un po’ di soldi o ci state giocando senza uscire un centesimo?

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