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Legends of Aria: in arrivo la versione Classic, gli sviluppatori incoraggiano il Real Money Trade

Legends of Aria: in arrivo la versione Classic, gli sviluppatori incoraggiano il Real Money Trade

Come forse vi ricorderete, lo scorso dicembre Citadel Studios, i creatori di Legends of Aria, sono stati acquisiti da Blue Monster e hanno abbracciato la filosofia blockchain ed NFT, come sempre più spesso sta accadendo all’interno del mondo videoludico. Pensate ad esempio a Life Beyond o Bless Unleashed.

Adesso, grazie ad una roadmap pubblicata sul sito ufficiale di Legends of Aria, abbiamo maggiori informazioni sul futuro del gioco. La versione attuale sarà ribattezzata Legends of Aria Classic. Lo sviluppatore Citadel Studios ha annunciato questa forma di “revisione e rilancio” insieme all’apertura di un’alpha chiusa per gli abbonati a partire dalla prossima settimana.

Le parole “play-to-earn”, tanto care al mondo dei giochi blockchain, non sembrano essere più il solo punto focale del team. La software house ha parlato anche di sicurezza e potere, in modo da costruire qualcosa di veramente guidato dai giocatori.

La closed alpha partirà mercoledì 11 maggio, con i giocatori che potranno testare il nuovo client di gioco. Lo studio Reaper Games (ex Blue Monster) promette una serie di missioni speciali nel corso del mese, con oggetti unici che possono essere trasferiti al lancio completo. Dopo l’alpha, gli sviluppatori pianificano una closed beta a giugno e un’open beta a luglio, entrambe dotate di funzionalità “on-chain” e con un focus verso gli influencer MMO che aiuteranno a “mostrare il nuovo lancio e portare più utenti al gioco”. Ciò si lega alla convinzione dichiarata dei nuovi proprietari, e cioè che sia necessario spendere più soldi per il marketing in modo da far risaltare il titolo.

Come dicevamo prima, il gioco originale continuerà a vivere come Legends of Aria Classic e i sostenitori della campagna Kickstarter del primo progetto (noto come Shards Online) potranno riscattare le loro ricompense anche nella versione rinnovata dell’MMO. Avranno inoltre l’accesso anticipato agli NFT.

A tal proposito i nuovi proprietari, all’interno del post, si prendono diversi paragrafi per spiegare perché Legends of Aria “ha bisogno” della blockchain, sostenendo in definitiva che vogliono incoraggiare l’RMT (Real Money Trade) tra i giocatori e spiegando come, secondo loro, la tecnologia blockchain sia l’unico modo per farlo, trascurando completamente il fatto che lo scambio di oggetti per soldi reali, nel mercato degli MMO, è un elemento che esiste da oltre vent’anni.

In Legends of Aria abbiamo visto case vendute su siti di terze parti per migliaia di dollari, ma come altre società di gioco, c’è stata la necessità di reprimere e bandire gli utenti coinvolti per proteggere i giocatori. Con la tecnologia blockchain e NFT, non abbiamo bisogno di vietare le transazioni con denaro reale; anzi, possiamo incoraggiarle! Memorizzando oggetti e personaggi di gioco come NFT, la tecnologia rende la proprietà chiara e verificabile. Se è nel tuo “portafoglio”, allora è tuo. Pertanto, possiamo consentire ai giocatori di vendere i loro oggetti, animali domestici, personaggi e case a piacimento sui mercati NFT. Questa tecnologia, che ci piaccia o no, è il modo in cui il settore si sta muovendo e vogliamo che LOA sia sulla cresta dell’onda e all’avanguardia.

Qui di seguito trovate la replica dell’ultimo streaming di Plinious dedicato a Legends of Aria, mentre se siete interessati a metaversi e NFT abbiamo dedicato un intero Salotto degli MMO all’argomento.

E voi che cosa ne pensate di questo nuovo corso che tende ad abbracciare sempre di più queste tecnologie?

 

 

Fonte 1, Fonte 2

 

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Lorenzo "Plinious" Plini
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“In Legends of Aria abbiamo visto case vendute su siti di terze parti per migliaia di dollari, ma come altre società di gioco, c’è stata la necessità di reprimere e bandire gli utenti coinvolti per proteggere i giocatori. Con la tecnologia blockchain e NFT, non abbiamo bisogno di vietare le transazioni con denaro reale; anzi, possiamo incoraggiarle!”
Anzi, possiamo incoraggiarle. Questa frase mi fa un po’ rabbrividire, e dovrebbe far rabbrividire chiunque sia appassionato di MMO.

Anonymous
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Anonymous

Mah, vi dirò, onestamente, non vedo perché siti terzi debbano lucrare su qualcosa che già esiste. Se fosse messo all’interno del gioco, centinaia di migliaia di siti nel mondo smetterebbero di vendere sottobanco account hackerati dal nulla, sarebbe impossibile creare un account con soldi dal nulla, visto che un semplice controllo sulle proprie transizioni bancarie farebbe risaltare subito un irregolarità che tutt’ora non può essere tracciata, vedasi i bot in tutti gli mmo. Per quelli che “eh ma si deve combattere i bot” non si può, semplicemente, come ogni programma che si riproduce esponenzialmente ed in modo casuale, non ci sarà mai un metodo per prendere tutti i bot. Totalmente un parere personale, ma come ogni cosa nel mondo dell’intrattenimento, se non piace basta non usarlo.

Lorenzo "Plinious" Plini
Admin

Il problema è il termine “incoraggiare”. Cioè quel “possiamo incoraggiare i giocatori a spendere in transazioni con denaro reale”. È abbastanza preoccupante, c’è il concreto rischio che per risolvere un problema (i siti di terzi parti, gli account hackerati ecc…) se ne crea uno molto più grande.

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Anonymous

Sicuramente, ma oltre al fasciarsi la testa prima di rompersela, queste transizioni, così come il dark market sul web, interessano allo stesso pubblico, chi è competitivo ed ha i soldi. Cioè mi chiedo, all’utente medio di PoE a cui non importa spendere 20 euro per un mantello, se un domani dovessero aggiungere nft al gioco, in che modo la sua vita nel gioco sarebbe influenzata? Poiché a me sembra molto improbabile che un mmo adotti nft tali da far lasciare il gioco al 90% della sua popolazione, ovvero quelli che non sono interessati alla competizione. Cioè io vorrei sapere di preciso quali danni irreparabili state sottointendendo? Perché io non li riesco a cogliere. Badate bene, non sono ironico, cerco di capire a cosa è dovuta questa preoccupazione.

Lorenzo "Plinious" Plini
Admin

Porti come esempio un gioco, Path of Exile, che è basato su un modello di free-to-play etico. Questi presunti MMO “play to earn”, invece, sembrano tutto meno che basati su un modello etico.
I rischi sono numerosi, potrebbero essere prodotti realizzati per fare cassa approfittando di questo trend degli NFT senza finalità artistiche dietro, potrebbero essere giochi pensati apposta per spingere l’utente a pagare, o potrebbero semplicemente essere pay to win. Come scritto prima lo dicono loro stessi, “incoraggiare il giocatore a spendere”: il modo in cui lo sviluppatore costruisce un gioco è completamente diverso se la filosofia alla base è quella.
Poi ovviamente non ho la sfera di cristallo, bisognerà vedere cosa succederà, però il rischio è concreto.