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The Division 2: The Summit – Un’impresa non da poco

The Division 2: The Summit – Un’impresa non da poco

Da un mese si parla molto del nuovo update di Tom Clancy’s The Division 2: The Summit è un’inedita modalità endgame che vede i giocatori scontrarsi con una moltitudine di nemici piano dopo piano, per arrivare infine all’ultimo piano del grattacielo.

L’MMO di Ubisoft Massive è in una situazione molto particolare e necessita di contenuti solidi e duraturi per continuare ad appassionare il suo pubblico. I contenuti usciti finora sono stati di buona qualità, ma la loro durata è comunque contenuta. Come già scrivevo nella recensione aggiornata di The Division 2, l’endgame è sì ricco di contenuti, ma manca di una visione di lungo periodo (visione, peraltro, che è mancata anche al primo capitolo della saga). Per questo era necessario rimettersi in carreggiata, e con Warlords of New York gli sviluppatori ci sono pienamente riusciti.

L’espansione a pagamento permette di avere una storyline avvincente e frequenti eventi con missioni di caccia agli agenti Rogue. Questi eventi vengono aggiornati nel tempo e donano al titolo una prospettiva interessante, ma da soli ovviamente non bastano. Con The Summit Ubisoft ha quindi cercato di inserire una modalità endless dungeon già conosciuta ai giocatori degli action RPG, riciclando in parte alcune meccaniche già confezionate per il DLC Underground (uscito per il primo capitolo).

Prima di scendere nel dettaglio dell’analisi ricordo che The Summit è un contenuto gratuito per i possessori di Warlords of New York, ed è disponibile su PC, PlayStation 4, Xbox One e Stadia. Contemporaneamente è anche iniziata la Stagione 3, chiamata Concealed Agenda: questa introduce nuove Leghe, eventi globali, gear set, la Discovery Mode per l’Operazione Cavallo D’Acciaio e altro ancora.

 

 

It’s a long way to the top

The Summit, similmente ad Underground, propone una serie di livelli generati proceduralmente sia negli ambienti che nelle sfide proposte. Anche il loot è casuale, implicando quindi che ogni volta che si affronta la sfida dei cento piani, l’avventura non sarà mai uguale a prima. Una meccanica simil rogue-lite che permette una grande rigiocabilità, fornendo anche una sfida piuttosto bilanciata e di difficoltà sempre crescente. La curva di difficoltà, infatti, aumenta gradualmente a blocchi di 10 piani e, alla fine di ogni blocco, viene sbloccato un checkpoint e appare un boss da affrontare. I punti di salvataggio permettono di spezzare la tensione accumulata e di ricominciare l’impresa ogni volta che lo desideriamo. Molti giocatori non saranno equipaggiati a dovere per affrontare gli ultimi piani di The Summit ed è quindi necessario tornare a farmare pezzi di equipaggiamento, o armi migliori, se si vuole avere la speranza di arrivare in cima.

Affrontare The Summit in solitaria è possibile solo fino ad un certo punto, poiché, una volta superata la metà dei piani, i nemici proposti non saranno solamente in numero maggiore rispetto a prima, ma possiederanno equipaggiamenti e tecnologie migliori, nonché una barra della vita nettamente aumentata.

Il timore legato a questa modalità, come del resto di molte attività endgame presenti in The Division 2, è il rischio che i nemici si trasformino in spugne di proiettili. Una lamentela portata avanti da molti giocatori nei confronti di alcuni boss di Warlords of New York è proprio questa: a difficoltà più alte non migliora solo l’intelligenza dei mob, ma aumentano anche i suoi danni e la sua vita, rendendo lo scontro frustrante. Tutto ciò non rappresenta un grande esempio di game design, anzi, si tratta di una scelta abbastanza pigra da parte degli sviluppatori. The Summit soffre di questo problema, ma è facilmente arginabile se si ha un team al completo con cui comunicare e coordinarsi al meglio o delle build ben ottimizzate.

Inoltre i nemici ritrovabili nel grattacielo fanno parte di ogni singola fazione affrontata durante la campagna e il DLC, costituendo un altro degli elementi casuali possibili durante la sfida. Sulla carta The Summit è quindi una modalità intrigante, nonché un elemento endgame fondamentale per la logica di sviluppo di lungo periodo di cui parlavamo precedentemente. Il problema emerge nella sua messa in atto, nel bilanciamento della sfida ad alti livelli, ma, soprattutto, nei bug. A rovinare l’esperienza di gioco è infatti la moltitudine di bug presenti, che possono ostacolare la nostra scalata fino al tetto del grattacielo. Questi risultano a tutti gli effetti la nemesi principale della modalità: altro che Le Iene, I True Sons o i Black Tusk.

 

The Division 2: The Summit the division 2: warlords of new york

Io e i bug

Nella mia personale esperienza sono moltissimi gli errori tecnici nei quali sono incappato, primo tra tutti il loop del video cinematico di introduzione. Nella prima avventura che intraprendiamo nel grattacielo compare una cutscene che introduce gli agenti traditori e gli Hunter che dovremo affrontare lungo la nostra scalata. È possibile saltare il cosiddetto briefing, ma a me questo non era concesso: riguardavo in loop la stessa cinematica per dieci, venti, trenta minuti, fino a quando non mi decidevo ad uscire e rientrare per risolvere il bug. Speravo che il supplizio terminasse al riavvio, ma mi sbagliavo. Ogni volta che morivo ripartiva la cinematica e, nuovamente, mi era impossibile saltarla. La strategia era sempre la stessa: uscire e rientrare nel gioco, ma questo metodo, come già accennato, riassestava la situazione solo momentaneamente.

Stanco di vivere in un loop ho deciso di ricercare su Reddit se questa problematica affliggesse soltanto le mie partite o se qualche altro utente era caduto vittima del mio stesso bug. Fortunatamente non ero da solo e scartabellando qua e là per il subreddit ho trovato interi thread che discutono della situazione bug. Alcuni utenti dichiarano di non riuscire ad andare avanti nei piani perché non possono interagire con la porta di uscita. Altri invece dichiarano di essere rimasti incastrati tra i piani, compenetrandosi nelle texture (a questo link si possono trovare tutti i problemi noti). Insomma una situazione tecnica particolarmente altalenante, soprattutto per un contenuto di questo tipo. Guardando al passato di Ubisoft vediamo riaffiorare alla memoria, come se fossero flashback del Vietnam, tutti i bug nei quali siamo incappati grazie alla compagnia francese: chi ha dimenticano i migliaia di bug in Assassin’s Creed, soprattutto Unity? Sfortunatamente ormai sono parte della cultura videoludica contemporanea e, in alcuni casi, un atipico motivo di vanto per qualche software house come Bethesda.

 

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Conclusioni

Tirando le somme di questo nuovo aggiornamento di The Division 2, The Summit non esce fuori del tutto trionfante. La modalità propone un simil endless dungeon dal grado sfida stimolante, mentre la sua natura procedurale implica un’estrema rigiocabilità e una casualità nel loot che giustifica più sessioni del grattacielo. Le uniche problematiche risiedono nel bilanciamento di punti vita e danni, nonché nella miriade di bug nei quali è facile incappare. Non si tratta di nulla che non si possa risolvere con delle patch o degli aggiornamenti futuri.

The Summit è una modalità coinvolgente e concettualmente interessante, ma necessita di maggior cura da parte del team di sviluppo. La nuova Stagione 3 di The Division 2 sta comunque muovendo il prodotto sul sentiero già tracciato da Warlords of New York, una strada all’altezza degli MMO looter shooter sul mercato.

 

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