Al momento negli Stati Uniti si sta svolgendo un importante workshop della Federal Trade Commission, incentivato nientemeno che dal Senato americano. L’argomento principale sono le lootbox, viste le grandi polemiche che dalla fine del 2017 interessano l’argomento (al punto di raggiungere l’attenzione del Senato degli Stati Uniti).
Tre sono i temi fondamentali che verranno affrontati: il ruolo delle lootbox, gli aspetti ed i meccanismi sociologici e psicologici che portano i giocatori a spendere per ottenerle e le iniziative da seguire per renderle trasparenti e proteggere i consumatori. Ciascuno dei tre temi occuperà un giorno.
Le software house sono rappresentate dall’Entertainment Software Association (ESA), associazione di categoria di cui fanno parte case importanti come EA, Microsoft, Capcom, Take Two, Ubisoft, Warner Bros, Sony, Nintendo e Square Enix.
Oggi è stato proprio il primo di questi giorni di discussione, e nell’ambito della dibattito sul ruolo delle lootbox l’ESA ha raggiunto un accordo importante: tutte le lootbox nei giochi del futuro dovranno contenere i valori percentuali delle probabilità per ogni ricompensa.
Questo significa che in ogni forma di gioco d’azzardo presente nei videogiochi ci sarà espressa la probabilità di ottenere questo o quell’altro item. L’obiettivo è quello di raggiungere “lootbox trasparenti”, dato che è impensabile augurarsi la loro scomparsa visto l’enorme giro economico che posseggono.
Sony, Nintendo e Microsoft, che possiedono una sorta di oligopolio nella produzione delle console da gioco, hanno tutte annunciato che aggiorneranno in questo senso le regole contrattuali per commercializzare giochi per le loro piattaforme. Per pubblicare un gioco su Xbox, Switch o Playstation, dunque, sarà necessario che esso contenga i valori percentuali delle lootbox.
Tutte le parti si sono impegnate a rendere efficaci l’accordo entro la fine del 2020.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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